In questo numero: Il messaggio sempre attuale della giornata del sacrificio e del lavoro italiano nel mondo – Gli articoli di Marco Fedi: 1. Il mostro dalle cento teste – 2. L’unione strana e infelice – 3. Il mio lavoro parlamentare. In evidenza: 1. L’autocertificazione dello stato di pensionato per l’esenzione dall’IMU: le regole e il modulo da inviare – 2. Incomprensibile il ritardo della ratifica dell’accordo di sicurezza sociale con la Nuova Zelanda. La mia attività in parlamento:Interrogazioni: 1. Aggiornare le convenzioni che non prevedono l’utilizzo del sistema contributivo per il calcolo delle pensioni – 2. Aumentare l’importo minimale delle pensioni agli emigrati. Ratifiche: 1. Riconoscimento dei titoli di studio: accordo Italia-Russia – 2. Accordo di libero scambio tra l’UE e la Repubblica di Corea. Temi dell’attività parlamentare: 1. Operazione militare dell’UE contro il traffico di esseri umani. 2. Riforma della Pubblica amministrazione. 3. La buona scuola. 4. Accesso alle informazioni sulle origini del figlio non riconosciuto alla nascita. Da leggere: Camera dei deputati: Dichiarazione dei diritti in Internet. Segnalazioni: 1. Roma 27-28 luglio 2015: XI Cconferenza degli ambasciatori italiani – 2. Cina: giovani italiani e inserimento nel mondo del lavoro. Incontri: la visita di una delegazione di imprenditori del Sud Australia.
IL MESSAGGIO SEMPRE ATTUALE DELLA GIORNATA DEL SACRIFICIO E DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
L’8 agosto, giorno in cui perirono a Marcinelle 262 minatori, di cui 136 italiani, ricorre la giornata del Sacrificio e del Lavoro italiano nel mondo. Una data scelta per ricordare i tanti nostri connazionali che hanno perduto la vita nelle realtà nelle quali si erano recati per lavorare e per migliorare la loro condizione e, più in generale, per richiamare all’attenzione di tutti i costi umani che ad ogni migrazione sono connessi.
Quest’anno la ricorrenza è associata ad un altro terribile evento, quello di Mattmark, dove il 31 agosto di cinquant’anni fa scomparvero sotto una montagna di ghiaccio e di fango 88 lavoratori e tecnici, di cui 56 italiani.
Eventi che richiamano simbolicamente le tante tragedie di lavoro che si sono susseguite in un secolo e mezzo di emigrazione e che hanno mietuto centinaia di migliaia di vittime e provocato milioni di inabili.
Ricordiamo questi dolorosi aspetti degli espatri degli italiani mentre si susseguono senza pausa le tragedie degli attraversamenti di mare e dei passaggi di frontiera di altre centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra e dalla fame, anche in questo caso semplici avanguardie dei milioni di migranti che, a ritmi crescenti, si muovono ogni anno tra le diverse aree del mondo.
Ci vuole una scorza umana e morale che noi francamente non possediamo, né vogliamo avere, per ricordare e piangere i nostri migranti e lasciare invece al loro destino o addirittura contrastare altri migranti che non parlano la nostra stessa lingua o non hanno lo stesso colore della nostra pelle. Ci ostiniamo a rifiutare l’idea che le migrazioni possano essere concepite e accettate solo se giustificate dalle regole del mercato del lavoro internazionale, ignorando o mettendo in secondo piano i diritti umani della salvaguardia della propria esistenza, dell’accoglienza e della solidarietà, della ricerca di miglioramento per sé e i propri figli, di un lavoro sicuro e regolamentato, dell’elevamento culturale, del rispetto umano, della dignità sociale. Aspirazioni che gli emigrati italiani hanno nutrito e testimoniato nel corso della loro lunga vicenda umana e sociale, sulle quali hanno costruito il loro spazio e il loro futuro in società diverse, migliorando loro stessi e contribuendo a sviluppare le realtà nelle quali si sono insediati e integrati.
Il ricordo e le affermazioni di principio, pur importanti, tuttavia non bastano. Verso i migranti, è il tempo delle responsabilità. E degli impegni politici e istituzionali, oltre che morali e sociali. Per questo, nella nostra collocazione istituzionale e nelle forme che le regole parlamentari consentono, continueremo a lavorare perché i migranti, tutti i migranti, ricevano attenzione e solidarietà. Le indicazioni e le priorità che assumiamo dalla giornata del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo sono: la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’impegno per l’occupazione, la vicinanza e il sostegno dei nuovi migranti italiani che continuano a partire da ogni regione, la tutela della vita e la civile accoglienza per chi approda nel nostro Paese, un’Europa aperta e solidale non solo per chi vi risiede ma anche per chi vi cerca promozione umana e integrazione culturale e sociale.
E’ questo anche il modo migliore per convertire i migranti da vittime della violenza, del bisogno e dell’intolleranza in portatori di pace, di benessere e di incontro tra le culture e le civiltà del mondo.
Gli articoli di Marco Fedi
IL MOSTRO DALLE CENTO TESTE
Quando la politica si mette ad utilizzare immagini e simboli che ricordano una guerra tra le più sanguinose del ventesimo secolo, come è stata quella del Vietnam, non manda un bel messaggio né ai cittadini né a sé stessa.
Tanto più che le evocazioni riguardano una guerra che per anni ha precipitato donne, uomini e famiglie nel vortice di uno scontro epocale tra capitalismo e comunismo, ma faremmo bene a dire tra potenze in lotta tra loro per controllare paesi e continenti, con tutto il corollario di costi umani e sociali che ha portato con sé.
Quando una dialettica, sia pure aspra come sempre più spesso avviene si svolge nell’agone politico, magari all’interno dello stesso partito, si trasforma in “parafrasi” della violenza, in sinonimo di “imboscata”, in lontano richiamo a quella “guerra civile”, che pure il nostro Paese ha conosciuto in forma diretta, vuol dire che la politica non è più in buona salute e vive una fase profondamente involutiva, che non è certamente un buon viatico per il futuro.
La vicenda Azzollini ne ha dato un’altra dimostrazione. L’immunità non dovrebbe esistere in alcuna forma, se non nell’insindacabilità del “detto e fatto” nell’esercizio delle proprie funzioni parlamentari. Questa protezione è assolutamente sufficiente.
Allo stesso modo, il voto segreto, a mio modesto avviso, non dovrebbe esistere, in nessuna forma ed in nessun tipo di votazione. Eppure al Senato abbiamo visto senatori di maggioranza rovesciare un parere della Giunta, dove la maggioranza è la stessa, con un voto d’aula nel quale il voto segreto si è intrecciato con il libero voto di coscienza.
Su questa vicenda, vorrei rilevare tre contraddizioni.
La prima è non riconoscere il lavoro di esame e di approfondimento svolto in Giunta per le autorizzazioni a procedere da colleghi senatori di maggioranza e opposizione. Tenuto conto del fatto che l’unico elemento su cui si son dovuti pronunciare è la persecuzione, esistono elementi per far pensare che la richiesta di arresto sia motivata da atteggiamento persecutorio? Se non c’è fumus persecutionis il parere della Giunta non può che avallare l’autorizzazione dell’arresto. Quando la Camera di appartenenza vota il parere, le maggioranze e le minoranze si dovrebbero uniformare alle proprie componenti in Giunta. Perché non è avvenuto al Senato? Per quale ragione si è combinato un inutile richiamo al voto di coscienza con un voto segreto in materia di immunità?
La seconda contraddizione: si riconosce la
AUTOCERTIFICAZIONE DELLO STATO DI PENSIONATO PER L’ESENZIONE DALL’IMU: LE REGOLE E IL MODULO DA INVIARE AL COMUNE
L’Associazione Nazionale Comuni Italiani, con una sua nota indirizzata a tutti i comuni d’Italia, ha dato disposizioni affinché ai fini della dimostrazione dello stato di pensionato e della relativa documentazione da esibire presso gli uffici preposti delle amministrazioni comunali per ottenere l’esenzione dal pagamento dell’IMU, ai residenti all’estero fosse concessa la possibilità di attestare tale stato di pensionamento avvalendosi di una dichiarazione sostitutiva di certificazione.
Giova precisare per una corretta informazione che è l’articolo 46 del Testo unico sulla documentazione amministrativa (D.P.R. 445/2000) che disciplina l’utilizzo delle dichiarazioni sostitutive di certificazioni.
L’articolo stabilisce che sono comprovati con dichiarazioni sottoscritte (firmate) dall’interessato e prodotte in sostituzione delle normali certificazioni tutta una serie di stati, qualità personali e fatti, tra i quali la qualità di pensionato e la categoria di pensione.
L’articolo 48 dello stesso testo Unico stabilisce che le singole amministrazioni (nel caso dell’esenzione dall’IMU sono i comuni) predispongono i moduli necessari per la redazione delle dichiarazioni sostitutive che gli interessati hanno la facoltà di utilizzare.
In tali moduli le amministrazioni inseriscono il richiamo alle sanzioni penali previste dalla legge per le ipotesi di falsità in atti e dichiarazioni mendaci, ed altre informative.
Le autocertificazioni sono validamente presentate alla pubblica amministrazione quando: sono firmate davanti al dipendente addetto, o sono firmate e inviate per fax o per posta con la fotocopia del documento d’identità della persona che l’ha firmata, o sono firmate, scannerizzate e inviate per posta elettronica con la copia del documento di identità della persona che l’ha firmata, o sono sottoscritte con firma digitale e inviate via Pec o posta elettronica ordinaria, o inviate per via telematica quando la persona che l’ha firmata è identificata con la carta di identità elettronica e la carta dei servizi.
Per agevolare i nostri connazionali nel reperimento del modulo da utilizzare, alleghiamo qui di seguito un modulo standard ricordando che le dichiarazioni sostitutive sono esenti da autentica della firma ai sensi dell’art. 46 del DPR n. 445/2000; sono esenti da imposte di bollo ai sensi dell’art. 37, commi 1 e 2, del DPR n. 445/2000; la mancata accettazione da parte di un Funzionario Pubblico delle dichiarazioni sostitutive costituisce “Violazione dei doveri di ufficio” ai sensi dell’art. 74 del DPR n.445/2000; le amministrazioni comunali sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui insorgano fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive stesse (il dichiarante, oltre ad essere soggetto alle sanzioni penali previste, decade dai benefici eventualmente conseguenti al provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera, art. 75 del DPR n. 445/2000).
Nella dichiarazione sostitutiva, il cui modulo alleghiamo qui di seguito, oltre a tutti i dati richiesti, va indicato con chiarezza il proprio stato di pensionato (es. “Si dichiara di essere titolare dall’anno …… di pensione n°…… erogata dall’Ente previdenziale ………….”) .
Ricordiamo che l’IFEL (Fondazione ANCI) con una nota del 15 luglio 2015 ha dato disposizioni a tutti i comuni italiani di accettare l’autocertificazione in materia di esenzione IMU stabilita dalla Risoluzione n. 6 del MEF del 26 giugno 2015.
Per ogni ulteriore informazione, si consiglia di consultare il sito web del proprio Comune.
Scarica il facsimile del modello di Dichiarazione sostitutiva dell’Atto di notorietà.
INCOMPRENSIBILE IL RITARDO DELLA RATIFICA DELL’ACCORDO DI SICUREZZA SOCIALE CON LA NUOVA ZELANDA
“Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 11.30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Enrico Letta ed ha approvato su proposta del ministro degli Affari Esteri. Emma Bonino, alcuni disegni di legge per la ratifica dei seguenti Atti internazionali”. Il comunicato della Presidenza del Consiglio del 6 febbraio 2014 elencava tra gli Atti approvati gli accordi di sicurezza sociale con Canada, Israele, Giappone e l’Accordo di sicurezza sociale fra l’Italia e la Nuova Zelanda, con Intesa amministrativa, fatto a Roma il 22 giugno 1998. Ad un anno e mezzo di distanza da quella memorabile giornata (erano anni che il Governo italiano non approvava accordi bilaterali di sicurezza sociale) l’unico accordo che ancora non è stato ratificato dal Parlamento italiano è quello con la Nuova Zelanda. Ho cercato di capire i motivi che sono la causa del ritardo della Nuova Zelanda dal novero dei Paesi con i quali l’Italia ha stipulato accordi di sicurezza sociale ma i vari Ministeri si rimpallano le responsabilità e non è facile quindi risalire all’incaglio. In effetti quando ci sono impedimenti burocratici le difficoltà possono essere alternativamente, o congiuntamente, finanziarie, procedurali, politiche, tecniche ma forse anche e soprattutto di interesse e volontà. L’accordo effettivamente risale al 1998 e avrebbe bisogno di una “messa a punto” (vale tuttavia la pena sottolineare che quello con il Canada che è stato invece approvato definitivamente, era stato firmato nel 1995), ma tra Paesi dialoganti che non hanno smarrito i criteri del buon senso, l’accordo si potrebbe ratificare (la Nuova Zelanda già lo ha fatto) ed in seguito, adottando le procedure amichevoli previste da tutte le convenzioni di sicurezza sociale stipulate dall’Italia, potrebbe essere aggiornato per riflettere le eventuali modifiche intervenute nei sistemi nazionali di sicurezza sociale dei due Paesi contraenti.
L’accordo è molto importante perché mira a coordinare i rispettivi sistemi di sicurezza sociale e favorire l’accesso delle persone che si spostano da un Paese all’altro alle prestazioni di sicurezza sociale e pensionistiche previste dalle rispettive legislazioni. Sto valutando quindi iniziative politiche e legislative adeguate per chiedere chiarimenti, sensibilizzare e sollecitare Governo e Parlamento italiani per riportare all’ordine del giorno l’accordo di sicurezza sociale con la Nuova Zelanda. Giova precisare che l’accordo non interessa decine di migliaia di persone – gli italiani residenti in Nuova Zelanda sono poco più di 3000 ed è certamente inferiore il numero dei neozelandesi residenti in Italia – ma si tratta comunque di tutelare tanti nostri connazionali emigrati in Nuova Zelanda e rispettare gli impegni formalmente presi quando l’accordo fu firmato quasi venti anni orsono. Giova infine ricordare che con la Nuova Zelanda l’Italia ha già firmato numerosi accordi tra i quali quello contro le doppie imposizioni fiscali, quello riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico amministrativo, quello sulla coproduzione cinematografica, e tanti altri. Manca solo l’accordo di sicurezza sociale e si da il caso che sia il più importante per i nostri connazionali.
La mia attività in Parlamento
INTERROGAZIONI
AGGIORNARE LE CONVENZIONI CHE NON PREVEDONO L’UTILIZZO DEL SISTEMA CONTRIBUTIVO PER IL CALCOLO DELLE PENSIONI.
AUMENTARE L’IMPORTO MINIMALE DELLE PENSIONI AGLI EMIGRATI.
I PENSIONATI ALL’ESTERO DEVONO AVER DIRITTO A 200 EURO IN PIU’ SULLA 14MA DI LUGLIO
Fabio Porta e Marco Fedi hanno presentato una interrogazione al Ministro del Lavoro (sottoscritta anche dagli altri deputati del PD eletti all’estero) per chiarire i motivi per cui l’Inps da 8 anni continua a negare ai pensionati in convenzione italiani residenti all’estero l’importo massimo di 504 euro della 14ma e ad erogare invece l’importo minimo di 336 euro. Si tratta di una differenza di quasi 200 euro alla quale invece, secondo i due deputati eletti all’estero, avrebbero diritto decine di migliaia di pensionati italiani residenti all’estero.
Porta e Fedi spiegano il perché della loro interrogazione: la 14ma (altrimenti definita “somma aggiuntiva”) viene corrisposta ogni anno, solitamente nel mese di luglio, a favore dei pensionati ultrasessantaquattrenni in presenza di determinate condizioni reddituali. Tale beneficio viene erogato anche ai titolari di pensione in convenzione internazionale residenti all’estero i quali possiedano sia i requisiti anagrafici (64 anni) che quello reddituale (per il 2015 inferiore a 10.122,86 euro). La legge stabilisce che per coloro i quali fanno valere fino a 15 anni di contribuzione la somma aggiuntiva è pari a 336 euro; oltre i 15 e fino ai 25 anni è pari a 420 euro; oltre i 25 anni è pari a 504 euro. Tuttavia l’Inps, anche quest’anno come negli anni precedenti ha deciso che ai fini dell’importo da erogare nel caso di pensioni liquidate in regime internazionale deve essere considerata utile solo la contribuzione italiana anche se la legge parla di anzianità contributiva “complessiva”. Tale decisione ha avuto come conseguenza l’erogazione dell’importo più basso previsto dalla legge alla stragrande maggioranza dei titolari di pensione in convenzione residenti all’estero che di norma in Italia fanno valere un’anzianità contributiva inferiore ai 15 anni a causa dell’abbandono prematuro dalla forza lavoro in Italia per emigrare in altri Paesi. I due deputati sostengono che la contribuzione estera, anche in virtù del principio dell’assimilazione dei territori che informa tutti i Trattati, gli accordi e le convenzioni internazionali di sicurezza sociale stipulati dall’Italia, viene sempre presa in considerazione dall’Inps sia ai fini della maturazione del diritto che ai fini del calcolo (pensione virtuale) delle prestazioni italiane in pro-rata. Con riferimento alla somma aggiuntiva l’Inps ha deciso invece di non prendere in considerazione la contribuzione estera ai fini del calcolo dell’anzianità contributiva complessiva degli aventi diritto. Nell’interrogazione Porta e Fedi argomentano che la tesi dell’INPS (che delimita detta anzianità contributiva alla sola contribuzione italiana) contrasta con il criterio determinativo del pro-rata temporis previsto per le pensioni in regime internazionale; criterio che tiene conto della contribuzione estera e, attraverso l’istituto della totalizzazione, fa rientrare l’anzianità contributiva estera nella determinazione dell’entità della prestazione a carico dello Stato italiano, come disposto d’altronde anche dal Trattato istitutivo della Comunità Europea che prevede l’adozione di un sistema che consenta di assicurare ai lavoratori migranti “il cumulo di tutti i periodi presi in considerazione dalle varie legislazioni nazionali, sia per il sorgere e la conservazione del diritto alle prestazioni, sia per il calcolo di queste”.
In virtù di queste considerazioni i due deputati del PD chiedono al Ministero di verificare i motivi del comportamento restrittivo dell’Inps e di valutare l’opportunità di impartire istruzioni all’Istituto previdenziale italiano al fine di riconsiderare le modalità di calcolo della somma aggiuntiva concessa ai nostri emigrati prendendo in considerazione anche la contribuzione estera utilizzata per il perfezionamento del diritto ad una pensione in regime internazionale. Se il Ministero dovesse rispondere positivamente, a partire dall’anno prossimo i pensionati italiani residenti all’estero aventi diritto alla 14ma riscuoterebbero dai 100 ai 200 euro in più nel mese di luglio.
RATIFICHE
RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO: ACCORDO ITALIA-RUSSIA
Si tratta di un atto significativo in quanto tra i due Paesi, oltre ai rapporti di politica internazionale e a quelli commerciali ed economici, già esistono una consolidata collaborazione culturale e una cooperazione scientifica e nella ricerca, di cui l’accordo sul riconoscimento dei titoli di studio rappresenta una coerente evoluzione.
Fedi, nel suo intervento, ha richiamato i dati concreti della questione: 1.500 sono gli studenti russi iscritti nelle nostre università e 423 gli accordi di collaborazione tra università italiane e russe.
La definizione della corrispondenza fra crediti e contenuto dei corsi di formazione spetta alle singole istituzioni universitarie, che sono al riguardo autonome.
“La nuova intesa – che si sostituisce ad un accordo del 1998 ormai obsoleto – consentirà agli studenti di una delle due Parti in possesso del titolo finale degli studi secondari superiori di essere ammessi alle istituzioni universitarie dell’altro Stato contraente”, ha affermato l’On. Fedi.
“L’Accordo è finalizzato a disciplinare il reciproco riconoscimento dei periodi e dei titoli di studio universitario ai fini dell’accesso e della prosecuzione degli studi nelle istituzioni universitarie. Esso – ha proseguito il parlamentare – favorirà, proprio in ragione dell’elevato numero di studenti di lingua italiana nelle scuole superiori e nelle università russe e del crescente numero di studenti russi che si iscrivono presso i nostri atenei, l’aumento del tasso di internazionalizzazione dei nostri atenei nonché un’ulteriore diffusione della lingua italiana: in questi ultimi anni si è infatti registrato un significativo incremento dello studio dell’italiano.
Auspichiamo dunque una rapida approvazione della ratifica – ha concluso il parlamentare a nome del PD – che la controparte russa ha già fatto nel 2010, col triplice obiettivo di incrementare la presenza di studenti russi in Italia, di provvedere all’internazionalizzazione delle nostre università e di promuovere la diffusione della lingua italiana”.
Dichiarazione di voto (audio-video) >>
ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO TRA L’UE E LA REPUBBLICA DI COREA
L’On. Marco Fedi è intervenuto in Aula per fare la dichiarazione di voto per conto del Gruppo PD sull’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e la Repubblica di Corea.
Il provvedimento, in linea con i principi dell’Organizzazione mondiale del commercio, prevede la creazione di una zona di libero scambio fra l’Unione europea, i suoi Stati membri e appunto la Repubblica di Corea.
In risposta alle criticità sollevate dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle e SEL su aspetti attinenti all’ambiente, alla sicurezza, al contrasto della criminalità organizzata e alla tutela dei diritti umani, l’On. Fedi ha affermato che simili problematicità non si superano indebolendo le ragioni del libero scambio Così come non è indebolendo le ragioni del libero scambio che si rafforzano qualità ed opportunità del made in Italy nel mondo.
Il provvedimento, ha ricordato il parlamentare del PD, punta alla rimozione della quasi totalità degli ostacoli tariffari e non tariffari fra le aree economiche, all’adeguamento di standard ed alla regolamentazione di importanti settori strategici, quali quelli farmaceutici, automobilistici e di elettronica di consumo.
Tra l’altro, i precedenti sono eloquenti sui benefici che ne possono derivare. A tre anni dall’entrata in vigore del trattato per il libero scambio tra Unione Europea e Repubblica di Corea, si è passati da un deficit a un surplus di 3,6 miliardi di euro, con un aumento delle esportazioni UE verso la Corea del 35%.
Questi dati confermano che gli accordi di libero scambio (Free Trade Agreements – FTA) sono uno dei modi migliori per aprire i mercati esteri agli esportatori e per indurre alla riduzione delle barriere commerciali.
Gli accordi, infatti, proteggono gli interessi e gli investimenti esteri oltre a favorire un migliore e moderno quadro legislativo nazionale ed un maggiore rispetto delle norme nel paese partner dell’accordo.
La riduzione delle barriere commerciali e la creazione di un ambiente più stabile e trasparente per il commercio e gli investimenti rendono più facile ed economico per le imprese straniere esportare i loro prodotti e servizi nel mercato del paese partner.
“Per quanto concerne l’Unione Europea – ha ricordato Fedi – è importante ricordare che la politica commerciale è una sua competenza esclusiva.
“Venendo al nostro Paese – ha concluso il deputato eletto nella ripartizione asiatica – con la ratifica di questo accordo, continuiamo a rafforzare la nostra posizione di ambito UE, a garantire la nostra presenza nel pieno del negoziato per i futuri accordi, al fine di tutelare sempre meglio i marchi di qualità delle nostre esportazioni e proteggere il “made in Italy” e le imprese che lo producono, sia in Italia che quando investono all’estero. Il voto favorevole del Gruppo del PD risiede inoltre nel fatto che le ragioni del Free Trade Agreement sono anche legate alla lotta congiunta al crimine organizzato, agli impegni per contrastare i cambiamenti climatici ed alla tutela dei diritti umani”.
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Temi dell’attività parlamentare
OPERAZIONE MILITARE DELL’UE CONTRO IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI
La Camera ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto-legge 8 luglio 2015, n. 99, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale militare all’operazione militare dell’Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata Eunavfor Med.
L’obiettivo di questa operazione è contribuire a smantellare il business delle reti del traffico e della tratta di esseri umani.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Approvato il Disegno di Legge in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Di seguito alcuni dei punti salienti della riforma.
LA BUONA SCUOLA
Rafforzamento dell’autonomia degli istituti, contrasto ai fenomeni dell’abbandono e della dispersione, lotta alle diseguaglianze sociali, culturali e territoriali ancora presenti nel nostro Paese, sono gli obiettivi principali di questo provvedimento. Allo stesso tempo queste norme servono a dare maggiore formazione agli studenti, garantire il diritto allo studio, attuare un grande piano per la sicurezza e la modernizzazione degli edifici. Oltre centomila insegnanti saranno assunti già per il prossimo anno scolastico ed è previsto un concorso per altri sessantamila. La cifra degli investimenti complessivi è di 4 miliardi di euro in due anni.
ACCESSO ALLE INFORMAZIONI SULLE ORIGINI DEL FIGLIO NON RICONOSCIUTO ALLA NASCITA
La proposta di legge “Modifica all’articolo 28 della legge 4 maggio 1983, n. 184 e altre disposizioni in materia di accesso alle informazioni sulle origini del figlio non riconosciuto alla nascita” (testo unificato AC 784 e abb.), è stata approvata in prima lettura alla Camera, estende la possibilità di conoscere le proprie origini biologiche anche al figlio adottato non riconosciuto alla nascita. Il provvedimento è ora all’esame del Senato.
Da leggere
CAMERA DEI DEPUTATI: COMMISSIONE PER I DIRITTI E I DOVERI RELATIVI AD INTERNET
E’ la prima volta che in Italia si istituisce in sede parlamentare una Commissione di studio su questi temi. L’idea nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza.
La Commissione di studio sui diritti e i doveri relativi ad Internet, istituita il 28 luglio 2014, ha proceduto ad una serie di audizioni di associazioni, esperti e soggetti istituzionali, oltre che a una consultazione pubblica durata cinque mesi.
Il risultato del lavoro di un anno è questa Dichiarazione dei Diritti in Internet, approvata dalla Commissione e pubblicata il 28 luglio 2015.
Segnalazioni
Roma 27-28 luglio 2015: XI Conferenza degli Ambasciatori italiani
134 capi missione si sono confrontati per due giorni sul tema «Diplomazia per l’Italia», titolo della XI Conferenza degli ambasciatori convocata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Ad aprire i lavori è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella mentre la chiusura è stata affidata al premier Matteo Renzi.
Fra le 298 sedi, 125 sono ambasciate, di cui 27 nell’Unione europea – secondo quanto indica l’Annuario statistico 2015 del ministero degli Esteri – 23 in Asia e Oceania, 21 nelle Americhe, 20 nell’Africa subsahariana, 18 nella regione Mediterraneo e Medio Oriente e 16 nella restante area europea (extra Ue). Sono invece 79 gli uffici consolari, 9 le rappresentanze permanenti e 85 gli istituti di cultura.
Il discorso di apertura del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Paolo Gentiloni. Leggi tutto >>
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi: gli ambasciatori chiamati a rappresentare i valori e la cultura dell’Italia nel mondo. Leggi tutto >>
CINA: GIOVANI ITALIANI E INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO
Il Circolo “16 dicembre”, il primo circolo del Partito Democratico costituitosi in Cina, ha organizzato il 29 giugno a Shanghai, un forum dedicato ai giovani italiani ed alle problematiche da loro incontrate nell’inserimento nel mondo del lavoro.
Incontri
LA VISITA DI UNA DELEGAZIONE DI IMPRENDITORI DEL SUD AUSTRALIA
ROMA. Importante delegazione dello Stato del Sud Australia in visita a Montecitorio. Guidata da Nicola Sasanelli, Direttore del settore collaborazioni internazionali per la ricerca e lo sviluppo del Governo statale del Sud Australia, la delegazione è stata ricevuta dall’on. Marco Fedi. Un segnale di interesse e di attenzione verso l’Italia da parte di un importante Stato d’Australia. La delegazione composta da rappresentanti istituzionali, imprese ed attività commerciali di vario tipo, dall’agroalimentare al biomedicale, rappresentanti delle associazioni e di vari enti, ha incontrato a Montecitorio l’On. Marco Fedi dopo una visita guidata del Parlamento. Un incontro in cui sono stati fissati altri appuntamenti in Australia per continuare un percorso di collaborazione nel settore della ricerca e sviluppo che rappresenta una sfida verso l’innovazione, quindi un importante settore strategico sia per l’Italia sia per l’Australia. La delegazione, a cui si è aggiunto il Premier dello Stato, Jay Weatherill, è partita alla volta di Campania e Calabria, per una serie di incontri a livello regionale, per poi dirigersi all’EXPO di Milano.